dove il gelato è esperienza di libertà
Non c’è sostanza che somigli al gelato, in natura. È metafora di trasformazione.
Fa calare, dal regno delle idee, ciò che non esiste in terra.
La materia grezza si tramuta così in qualcosa di un ordine superiore, ed è come la voce quando viene fatta canto.
Come l’ape produce il miele, il gelatiere fa il gelato.
E quando viaggiamo col palato, non ci interessa più il mondo: sondiamo infatti l’inaudito in termini di libertà. La volta della bocca accoglie forme che non hanno spazio. Perché quello dei sensi è il regno dell’inspiegabile, dell’impossibile, del sorprendente.
Colori, suoni, odori, tutte quelle forme sbalorditive che crediamo essere del mondo, appartengono in realtà al mondo dei sensi, che gliele presta affinché se ne possa percepire la bellezza…
Questo è ciò che ci guida in Ciokkolatte.
Il gelato non soddisfa la fame, ma soddisfa il gusto e libera il sogno.
Proprio per questo, quando si mangia il gelato si evita di scambiarsi troppe parole: il sogno non va disturbato, ma vissuto e ricordato.
E secondo noi, questo è fare il gelato che meriti.
Tra i cibi il gelato è quello che, nell’atto di mangiarlo, assomiglia di più al bacio. Ha le ali e la dolcezza di Cupido e incanta chiunque l’assaggi.
È il migliore alleato per i seduttori, più leale dell’alcool per chi desidera rapire un cuore.
Il gelato è per tutti noi indissolubilmente legato all’infanzia, età in cui era perenne sinonimo di ricompensa, oggetto di premi e quindi eterno sollievo di drammi grandi e piccoli.
Perché c’è qualcosa che lo rende meravigliosamente infantile: tutti ridiventiamo bambini quando mangiamo il gelato. È infatti un piacere soave, innocente e casto.
Un piacere che inebria, sì, ma non eccita… non accende, ma lenisce… è la più innocua delle Sirene.
Per tutto questo, in ogni momento, quello di Ciokkolatte è il Gelato che Meriti.